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.Non l ho fatto.Mentre decido di non gonfiarlo come un canotto, mi scappa l occhio sullaFiat bianca e vedo sul sedile dietro un seggiolino per bambini giallo e blu.Miha fatto un po tristezza.Sarà sicuramente una cosa soggettiva, un gustopersonale, ma il giallo e il blu insieme non mi sono mai piaciuti.Sono tornato a casa e mi sono ascoltato l album Grace di Jeff Buckley.Piano piano, con il pensiero che tornava alla mia principessa dell Est mi sonoaddormentato.Tornando alle pippe, c è da aggiungere che a volte ci si masturba prima didormire, ma a volte lo si fa la mattina appena svegli, prima ancora di alzarsi.Spesso fiacca la gamba per tutto il giorno, ma la pippa del mattino dà unagrande sensazione di vacanza.Quando lo fai così, senza motivo, quasi per riempire con un brivido unmomento di noia, spesso subito dopo l orgasmo pensi: «Perché l ho fatto, potevoanche fare senza» e ti senti un po più vuoto.Questa è la differenza tra il sesso e l amore: il sesso svuota, l amoreriempie.Che è pressappoco come quella frase famosa che dice: L amore va nelprofondo, il sesso solo qualche centimetro.Passano gli anni e capisci che alle pippe ci si affeziona.Non è comequando avevamo sedici/diciassette anni, quando pensavamo che iniziata la vitasessuale a due, entrati nel mondo dei grandi, non ci saremmo più masturbati.Ti ricordi quando per sfotterci ci si diceva: «Stai zitto che ti fai ancorale seghe!».Perché eravamo convinti che le pippe se le facevano solo quelli chenon trombavano mai.Poi invece scopri che a volte torni a casa dopo averlo fattoe sei ancora eccitato, tanto che se vuoi dormire devi strozzare il nano.Il problema è che a volte mi veniva voglia di farlo durante il giorno,quando ero a casa, e non avendo giornaletti porno, né videocassette a portata dimano, o guardavo il cielo nella speranza di vedere qualche nuvola a forma diculo o accendevo la televisione alla ricerca di un input bastava anche lascollatura della giornalista che leggeva il telegiornale delle cinque o, se erofortunato, potevo trovare nelle televisioni locali televendite di attrezzatureginniche, o vasche idromassaggio.Cosce tette e culi che uscivano dall acquapiena di bolle.Quell acqua sembrava rappresentare ciò che sentivo dentro levene: bolliva tutto.In casi estremi usavo «Vestro» o «Postalmarket».Circa a metà c era ilreparto «mutande e reggiseni», non si vedeva niente, ma per me quel niente eratutto.Una macchietta nera dietro una mutanda bianca era più che tutto.Era unpomeriggio.Il massimo era il reggiseno per allattare, tutto aperto insomma una tettain primo piano.wow!Quando tutto questo non mi bastava, andavo verso la fine, nel reparto«bagno», dove una gamba di donna usciva da una doccia o dove si poteva ammirareuno strano marchingegno da applicare al rubinetto per rassodare il seno.Iotenevo il segno delle due pagine con la mano sinistra (la destra era impegnata)e quando avevo bisogno di nuovi input, oplà: da reggiseno e mutanda passavo atetta e gamba.Ragazzi, quelli sì che erano tempi.Ho parlato di masturbazione scrivendo al passato, ma non è cambiato moltoda allora, forse solo la storia di «Vestro» e «Postalmarket».Comunque, mentre da solo avevo i miei begli orgasmi, per quanto riguardavail rapporto a due ero ancora molto indietro.Ti ricordi la mia prima fidanzata? Si chiamava Samantha, avevo mandatoMarco a chiederle se si voleva mettere «assieme a me».Lei aveva detto di sì, mapur essendo diventata la mia ragazza non stavamo mai da soli.Ci si incontravanei corridoi della scuola, ci si guardava, si abbassava lo sguardo e poidall imbarazzo si andava via.Siamo rimasti fidanzati fino a quando la sua amicami ha detto: «Ti vuole lasciare, ha detto che le dispiace, scusa ciao».Poco dopo con Rossana si arrivò al mio primo bacio con la lingua.L argomento ragazze cominciava a farsi caldo.Rossana all inizio non volevabaciarmi perché aveva paura di prendere la carie ai denti.Ma tutti questi dubbi e tutte queste paure non bastavano a frenarel istinto animale che aveva già inserito la ridotta 4x4.Avevo gli ormoni colbandana.Avevo un candelotto di dinamite nelle mutande.Avevo già iniziato la scalata verso il successo (se così si può chiamarequella roba lì).Ma di trombare nemmeno l ombra.L escalation del bacio era:Bacio sulla bocca.Bacio sulla bocca con lingua.Bacio sulla bocca con lingua e mano sulle tette (sopra il maglione,naturalmente).Bacio sulla bocca con la lingua, mano sulle tette e passaggio del chewinggum.Dopo ogni bacio c erano gli incontri tra amici, e ci si chiedeva: «Cosa tiha detto? Com è andata? Com è?».La risposta che usavamo di più era: «Bacia bene ma è piatta».Anche se diRossana non si poteva dire, visto che era l unica con le tette tette.Poi c era un altra escalation.Il passaggio da sopra i vestiti a sotto:Mano sulle tette sotto il maglione (ma sopra la maglietta).Mano sulle tette sotto la maglietta (ma sopra il reggiseno).Mano sulle tette sotto il reggiseno.Ho un solo ricordo: erano dure, dure,dure.Poi, dopo averle palpate e dopo aver esaminato tutti e due i capezzoliinduriti, si scendeva sulla pancia fino ad arrivare alla cintura, linea diconfine per il paradiso.E dopo che lei ti aveva tolto la mano due o tre voltefinalmente ti lasciava passare.Lì succedeva una delle cose più belle che unragazzo possa mai provare: infatti, anche se nella mano schiacciata dallacintura non circolava più il sangue, non c era gioia maggiore al mondo di quellache si provava nel sentire con la punta delle dita i primi peli.La gioia maggiore era quando lei, senza dire niente, tirava dentro lapancia per facilitarti il passaggio.Wow! Che collaborazione, che complicità.Quando mi succede adesso è ancora bello, ma le prime volte, ragazzi chesballo.Le prime volte che tornavi a casa con l odore sulle dita.E le annusavi eci ripensavi e.Poco dopo cominciava a entrare in scena anche lui: Piso Pisello.Erano le sue prime apparizioni in pubblico fuori dalle mutande.Le sueprime boccate d aria fresca.Che bello quando la mano che lo strizza non è la tua ma quella di lei.Chebella sensazione calda.Che goduria.Anche senza movimento.Bastava sentire ilcaldo che lo avvolgeva.Vederlo sparire tra le sue dita.Certo che quelle che ti fai tu.Perché erano comunque ragazze inesperte: loro ovviamente non avevanopassato gli ultimi tre anni a menarlo tutti i giorni.C erano quelle chepensavano che più lo stringevano più dava piacere.Strizzavano talmente forteche avevo la punta che esplodeva, stringevano con tanta decisione che sullacappella rosso fuoco sembravano crescere dei foruncoletti.Quando smettevano rimanevano le impronte delle dita e il pisello sembravauna manopola della bici, o il vecchio joystick del Commodore 64.Oppure c erano quelle che davano degli strattoni come se stesseropugnalando qualcuno.Strattoni talmente forti che se non le fermavi, alla fine,la pelle del cazzo ti cadeva come un calzino senza elastico.Queste ragazze noile chiamavamo le spaccafiletto.Godevi a denti stretti per il dolore.Un doloresimile a quando si impigliano i peli del pisello tra pelle e capocchia
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